Non chiamateli semplicemente graffiti. Oltre ad essere una delle nuove espressioni di arte, oggi queste opere rivestono, infatti, un ruolo ben più preciso: rappresentano dei veri e propri processi di rigenerazione urbana, tanto da essere al centro delle iniziative politiche e programmatiche per lo sviluppo sostenibile, sociale e sanitario delle città.

Nati come espressione di bisogni collettivi dal basso, ora sono gli aggregatori di progetti e processi complessi e integrati. E così l’arte urbana si candida a mezzo fondamentale su cui si basano numerosi metodi, sperimentazioni e casi studio contemporanei. A queste conclusioni è giunto il professor Luigi Pastorelli, direttore scientifico del Gruppo Schult’z. «Il modello che ho redatto – spiega il professor Pastorelli - contrasta con quella che è una vulgata generalmente accettata soprattutto nel nostro Paese: cioè che i graffiti urbani siano esclusivamente un segno di degrado urbano, e come tale debbano essere contrastati con specifiche elevate sanzioni a carico dei writers. Al contrario il modello dimostra l’importanza di guardare la realtà mediante altri punti di vista che permette di ricavare correlazioni impreviste. Queste correlazioni sono state ottenute tramite una specifica applicazione del Teorema di Veblen alle città Cracovia; Parigi; Barcellona; Vilnus e Roma». Attraverso il Teorema di Veblen, il professor Pastorelli ha ricavato un indice numerico elaborato su alcuni parametri statistici quali il rapporto della popolazione tra under ed over 40, presenza di università e centri di ricerca, reddito pro capite, tempo libero a disposizione dei residenti, tasso di disoccupazione giovanile, tasso di partecipazione al progetto Erasmus, presenza in loco di aziende high tech, biotech e pharma. Quali sono dunque le conclusioni? »Dall’analisi – conclude il professor Pastorelli – ricavo l’assunto che i graffiti urbani sono anche altro rispetto alla considerazione assai diffusa soprattutto in Italia, che li ritiene esclusivamente un fenomeno antropologicamente e sociologicamente sub culturale, ciò in ragione non solo del fatto che mantengono gli aspetti formali e tecnici tipici della decorazione urbana, ma soprattutto sono uno specifico indicatore dell’incentivo a favorire la nascita nel contesto urbano che ne vede la presenza, la comparsa di quelle condizioni in grado di favorire lo sviluppo di specifica ed elevata innovazione soprattutto nel settore biotech e Itc. Infine il Modello evidenzia che la presenza dei graffiti costituisce una barriera contro la deriva xenofoba, sociale e sanitaria che sta sempre di più caratterizzando il tessuto sociale nelle nostre città in particolare in Italia».

IL Giornale - Pubblicato il: 04-03-2021
Di: Luca Borghi
FONTE : Gruppo Schult’z

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